In Mediterraneo la quantità di rifiuti galleggianti è fra le più elevate al mondo, simili a quelle delle famigerate “isole di plastica” del Pacifico. E’ un mare densamente popolato e praticamente chiuso: ogni oggetto che finisce in mare, qui rimane. Se non vogliamo che il mare dei nostri figli e nipoti sia pieno di coriandoli di plastica, dobbiamo raccogliere flaconi, bottigliette, scatole e boccette – ora che sono ancora interi. Che sia una grande pulizia con decine di volontari, o solo due bottiglie recuperate durante una passeggiata in spiaggia… tutto conta, tutto aiuta!
quanto tempo ci vuole per disintegrarsi?
Tanto, tantissimo: la virtù dei materiali plastici è proprio la loro estrema resistenza. Alla fine però il sole, il sale, il caldo e il freddo li rendono fragili, sbriciolandoli in frammenti sempre più piccoli. In quanto tempo ciò avvenga dipende da dove si trova l’oggetto (una spiaggia assolata della Sicilia o negli abissi del Mar Ligure?) e dal materiale di cui è composto. I tempi di degradazione che vi abbiamo indicato sono, insomma, soltanto indicativi: in fondo è un materiale che abbiamo inventato solo cent’anni fa, quindi non possiamo saperlo davvero! Una cosa è certa: il destino di ogni bottiglia, flacone, giocattolo è di frantumarsi in una nuvola di polvere di plastica che potrà pure scomparire alla nostra vista, ma sopravviverà nell’ambiente praticamente in eterno.
raccogliamo finché siamo in tempo
Il Mediterraneo detiene il triste primato di mare con la maggior concentrazione al mondo di microplastiche. Potessimo ricomporle, ritroveremmo i miliardi di oggetti finiti in mare negli ultimi decenni, sbriciolati dal sole, il sale, il freddo. E’ questa la ragione per cui è importante raccogliere bottiglie, flaconi, sacchetti e gli altri oggetti che troviamo in spiaggia finché sono ancora integri – prima che si sbriciolino in frammenti impossibili da recuperare!
un sacchetto al giorno, leva l’immondizia di torno
Prendiamo l’abitudine di raccogliere una bottiglietta o un flacone, ogni volta che si va in spiaggia o si esce in mare! Cosa raccogliere? Quel che si vuole e quanto si vuole: bottiglie, i tappi, i sacchetti, le onnipresenti retine per le cozze Tutto conta: pensate che quella busta, fra pochi giorni o qualche mese, avrebbe potuto soffocare una tartaruga, che quella lenza avrebbe forse ammagliato le zampe di un uccello. Pensate a quei pesci che non cresceranno in una fascetta, come in una camicia di forza. Da soli non ce la faremo mai. Ma quando migliaia di noi cominciano a raccogliere anche solo una bottiglietta ciascuno, la differenza si vedrà eccome! Ricordiamo però di fare attenzione: nella sabbia ci possono essere pezzi di vetro, lattine e siringhe e aghi.
insieme ci si diverte!
Chiunque può farsi promotore di un attività di pulizia. Un’attività concreta che darà un po’ di respiro al nostro mare, ma che anche un’occasione di allegria e divertimento con gli amici che, siamo certi, vi lascerà addosso tanta soddisfazione! Se pensiamo di coinvolgere più persone e di raccogliere notevoli quantità di rifiuti, è bene organizzarsi in anticipo facendo un sopralluogo, avvertendo le autorità locali perché provvedano allo smaltimento, ricordando ai partecipanti di portare guanti, sacchi, un cappellino per il sole, qualcosa da bere. Clean Sea Life ha realizzato un piccolo vademecum con molte indicazioni pratiche per poter organizzare, gestire e comunicare al meglio l’attività di pulizia: lo trovate nella pagina download.
le campagne di pulizia
Tutti i nostri partner organizzano regolarmente attività di pulizia di coste e fondali. La tarda primavera, in particolare, è il momento in cui si attivano molti gruppi di volontari nelle campagne Puliamo il Mondo, Clean up the Med e attività simili che avvengono in contemporanea in tutto il Mediterraneo o il mondo. Controlla il calendario e scopri se nella tua zona è prevista qualcuna di queste giornate. E se non c’è …rimboccati le maniche e vai da solo! 🙂
la banda burrasca
Uno dei modi migliori per pulire il mare è andare in spiaggia d’inverno, quando le mareggiate scaraventano a terra i rifiuti galleggianti. E’ un periodo in cui le pulizie ufficiali dei Comuni sono interrotte o rallentate, e spesso anche gli operatori balneari sono lontani. Per questo è necessario l’intervento della #bandaburrasca che eliminare i rifiuti prima che il vento o le successive burrasche riportino tutto in mare!
la cicca challenge
Le nostre spiagge sono diventate immensi portacenere per fumatori …distratti. Che purtroppo, con 10 milioni di fumatori attivi nel nostro paese, sono davvero tanti. Così, insieme a degli amici pescatori, abbiamo ideato la #CiccaChallenge: una gara a chi raccoglie più mozziconi di sigaretta. L’obiettivo non è solo di rimuovere un rifiuto pieno di sostanze tossiche per l’ambiente, ma di combattere con le immagini un comportamento errato, e stimolare i fumatori a usare i portacenere. Se vuoi partecipare raccogli tutte le cicche di sigaretta che trovi in spiaggia e infilale in una bottiglietta trasparente. Mandaci una foto e potrai vincere una delle nostre magliette!
spazzare il fondale
I subacquei sono le uniche sentinelle di ciò che avviene sul fondo del mare, alleati preziosi per la sua salvaguardia. Sono gli unici a poter rimuovere i rifiuti dai fondali! Clean Sea Life coinvolge associazioni, circoli e scuole subacquee che si impegnano a organizzare, almeno una volta l’anno, una pulizia dei fondali e a mantenere puliti i propri siti di immersione. Durante i briefing e i corsi gli istruttori e le guide inviteranno i propri clienti e allievi a non gettare nulla in mare – nemmeno i mozziconi di sigaretta! – e a recuperare quel che si trova, per quanto gli consenta il proprio livello di esperienza: in questo modo cresceremo nuove generazioni di subacquei per i quali è normale essere parte della soluzione.
le reti “fantasma”
Sono migliaia le reti ‘fantasma’, attrezzi da pesca perduti dai pescatori e incagliati sul fondo del mare. Continuano a mietere vittime inutilmente per molto tempo e in futuro, usurandosi, saranno fonte di infinte quantità di frammenti di plastica. Rimuoverle è un’attività pericolosa per i subacquei: per questa ragione è necessario che la svolgano solo sommozzatori di grande esperienza. L’operazione è delicata anche dal punto di vista ambientale, soprattutto se la rete è avvolta al fondale o in prossimità di organismi particolarmente fragili o a rischio estinzione. Di recente Clean Sea Life ha organizzato, con la collaborazione dei sommozzatori corallari, il primo tentativo di recupero di una rete da remoto, con un ROV. Impresa perfettamente riuscita, come potete vedere in questo video. Segnalateci le reti perdute che trovate sul fondo del mare!