Mentre molti dischetti galleggiano ancora in mare e continuano, inarrestabili, il loro viaggio (le ultime segnalazioni li danno a Sete, in Francia, a 200 km dalla costa spagnola, e in Sicilia a Ustica e Milazzo), cominciano ad arrivare le prime prove dell’impatto sugli animali: i nostri colleghi francesi François Galgani e Françoise Claro ci hanno appena segnalato due le tartarughe che li hanno inghiottiti e che illustrano la loro scoperta in questa notizia.

Secondo il loro rapporto, un paio di giorni fa una tartaruga in cura al centro di Grau du Roi (CESTMed)  ha espulso, insieme alle feci, uno di questi dischetti. Questa tartaruga era stata pescata accidentalmente da un peschereccio a strascico nella zona della Camargue,  stessa zona e periodo di un’altra tartaruga trovata invece morta: la necropsia aveva evidenziato un analogo dischetto nel suo tratto digerente.

Non sappiamo quando e dove li abbiano mangiati – una delle due era stata marcata in Italia – ma di certo questa è la prima prova dell’impatto dei dischetti su una specie protetta.

I dischetti sono identici alle decine di milioni di carrier sversati in mare dal depuratore Veolia di Capaccio, Paestum, probabilmente in seguito a un incidente, evento che abbiamo seguito sin dall’inizio raccogliendo le segnalazioni dei cittadini – per saperne di più vi rimandiamo alla nostra pagina. Sospinti dalle correnti, i dischetti hanno iniziato a spiaggiarsi in modo massiccio lungo tutta la costa tirrenici: su nostra richiesta gli oceanografi del Consorzio Lamma hanno effettuato una simulazione delle correnti che mostra il loro viaggio lungo la costa. Sono ancora in corso le indagini della Procura di Salerno, alla quale abbiamo consegnato un dettagliato rapporto sugli spiaggiamenti compilato grazie alle vostre segnalazioni e alla simulazione del Consorzio Lamma.