Una rete di 150 metri perduta da giorni a 80 metri di profondità al largo di Alghero. Una delle centinaia di “reti fantasma” incagliate sul fondo del mare, in pesca ancora per molto tempo e in futuro, usurandosi, fonte di infinte quantità di microplastiche. Ma grazie all’Associazione Italiana Sommozzatori Corallari questa rete non è più in mare: in un’operazione probabilmente unica nel suo genere un robot teleguidato, dopo una breve perlustrazione, l’ha rapidamente localizzata e agganciata, facendola poi recuperare dal legittimo proprietario dopo una valutazione sulle condizioni ambientali, il grado di incaglio e di rimovibilità della rete.

L’operazione “chirurgica” è stata effettuata in sinergia con la Direzione Martittima di Olbia della Guardia Costiera, che ha invitato i militari e i mezzi dell’ufficio circondariale di Alghero, e MedSharks, partner del progetto Clean Sea Life capitanato dal Parco Nazionale dell’Asinara. Si è trattato di una sorta di “prova generale” che ha evidenziato le potenzialità del ROV come attrezzo efficace per individuare e recuperare le reti perdute su fondali dove i sommozzatori non potrebbero operare in sicurezza per il loro recupero.

L’intervento è stato effettuato dai membri dell’Associazione Italiana Sommozzatori Corallari: Massimo Ciliberto, Massimo Scarpati, Fausto e Giorgio Troisi, Antonello Solinas, Michele Giannorso su un mezzo messo a disposizione da CAM, gestore del porto di Fertilia.