Moltissimo. Lo ha dimostrato un bell’esperimento che ha visto sacchetti di varia natura (di plastica pura, di plastica biodegradabile – cioè ‘addizionata’ di componenti per sbriciolarla più velocemente – e di plastica biodegradabile&compostabile, quella per intenderci del supermercato) seppelliti sotto terra, lasciati esposti all’aria o immersi in mare in Inghilterra.
La cattiva notizia – ce ne sono una serie – è che tre anni dopo, tutti i sacchetti di plastica sepolti e quelli immersi erano integri e perfettamente funzionali, tanto da poter reggere il peso della spesa! Un’altra cattiva notizia è che quelli esposti all’aria nel giro di qualche mese si erano sbriciolati in una nuvola di microplastica.
Migliori le performance dei sacchetti di bioplastica, che in mare sono spariti in tre mesi (tempo più che sufficiente però per soffocare tartarughe, balene e altri animali) ma sottoterra, invece, hanno resistito pressocché intatti per oltre due anni.
La morale è: usiamo meno sacchetti possibili. E ricordiamo che quelli in biodegradabili e compostabili si distruggono completamente e velocemente SOLO NEGLI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO INDUSTRIALE. Quindi: OK per utilizzarli per l’umido, ma attenzione sempre perché se finiscono nell’ambiente ci rimangono per molto tempo: abbastanza per far male a qualcuno.