Parte il 15 giugno una piccola rivoluzione mai tentata prima a San Benedetto del Tronto: la prima giornata Clean Sea Life di ‘pesca al rifiuto’ coinvolgerà dieci pescherecci del porto marchigiano, che riporteranno a terra la spazzatura raccolta nella pesca a strascico e con il ‘rapido’. Una volta sbarcati, i rifiuti saranno identificati, contati e poi smaltiti correttamente, senza alcun costo aggiuntivo per i pescatori.
Questa piccola rivoluzione di buonsenso nasce grazie allo sforzo comune di pescatori, il Comune, le aziende di gestione di rifiuti Picenambiente e Garbage Service, il fondamentale coordinamento della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto e Clean Sea Life, che sta organizzando queste attività ‘pilota’ di pesca di rifiuti oltre che a San Benedetto, a Porto Torres, Rimini e Manfredonia.
Al momento in tutta Italia, in assenza di una ‘definizione’ del rifiuto recuperato in mare e di una filiera definita per il suo recupero, i pescatori spesso ributtano in mare l’immondizia che hanno raccolto: dalle lavatrici, ai copertoni, alle bottiglie, alle retine per l’allevamento delle cozze. Le diverse ma sporadiche iniziative di ‘pesca di rifiuti’, portate avanti in tutta Italia da almeno trent’anni, si sono quasi ovunque esaurite con la fine dei vari progetti, perché la legge non è chiara su chi debba farsi carico dello smaltimento dei rifiuti marini. Clean Sea Life sta collaborando con il Ministero dell’Ambiente, a cui fornirà i risultati di queste e delle prossime giornate, in modo da contribuire a trasformare questo esperimento in pratica corrente in tutta Italia.
Perché i pescatori possono fare molto: guardate cosa stanno recuperando in Toscana, ma soprattutto ascoltate l’esperienza dei pescatori di Acciaroli coinvolti dal ‘sindaco pescatore’ Angelo Vassallo nella pesca dei rifiuti – attività che, dopo il suo omicidio, è stata portato avanti dalla Fondazione a lui intitolata.