Latte algerino, uno shampoo francese, un gelato sardo e altre migliaia di rifiuti sono stati raccolti sull’isola dell’Asinara, in Sardegna, in una pulizia straordinaria del Parco Nazionale che ha sancito l’inizio del progetto europeo Clean Sea Life.
Venti i sacchi di spazzatura marina, per oltre cento chili di peso, riempiti dal personale del Parco e dell’Area Marina, anche con l’ausilio del battello spazzamare. Taniche vuote, cartine di caramelle, creme da sole, involucri di assorbenti igienici e cotton-fioc, centinaia di tappi e di bastoncini per le orecchie provenienti da discariche illegali o abbandonato da turisti in paesi distanti e trascinati dal maestrale e dalle correnti fino in Sardegna.
I rifiuti marini sono una piaga sempre più presente in Mediterraneo. L’ottanta per cento è composto da plastica, destinata a sbriciolarsi e a esser ingoiata per errore dagli stessi pesci, crostacei e molluschi che arrivano poi sulle nostre tavole.
Per i prossimi quattro anni il progetto di sensibilizzazione Clean Sea LIFE coinvolgerà subacquei, diportisti, pescatori, gli studenti e tutti gli amanti del mare in una campagna straordinaria di pulizia di coste e fondali d’Italia. Con il supporto dell’Unione Europea, Clean Sea LIFE inviterà circoli e associazioni ad ‘adottare’ il proprio tratto di costa o fondale, a effettuare almeno una raccolta di rifiuti marini l’anno e a mantenere pulito con semplici accortezze: evitando ad esempio di gettare i mozziconi di sigaretta – di plastica intrisa di sostanze tossiche – in spiaggia o in acqua, o prendendo l’abitudine di recuperare in ogni immersione una lenza o un detrito gettato sul fondo. Coinvolto anche il mondo della pesca professionale, che nelle operazioni di pesca a strascico può eliminare quotidianamente tonnellate di rifiuti accumulati sul fondale.
Il Parco Nazionale dell’Asinara sarà supportato nelle iniziative dal consorzio universitario Consima, dalle associazioni Legambiente, Fondazione Cetacea, MedSharks e dalla rete di porti e marine MPNetwork.