Dopo 132 anni arriva il più antico “messaggio in bottiglia”  del mondo: trovato poco più di un mese fa in una bottiglia di gin spiaggiata lungo la costa occidentale d’Australia. “L’abbiamo raccolta pensando che questa bottiglia, con la sua bella forma e lettere in rilievo, sarebbe stato un bel soprammobile” ha raccontato Tonya Ilmann, autrice del ritrovamento. Dentro, però, la sorpresa: un messaggio in tedesco datato 12 giugno 1886.

Le ricerche del Western Australian Museum hanno poi ricostruito la storia della bottiglia e dell’esperimento di cui faceva parte, individuando la nave da cui era stata lanciata: la tedesca Paula, impegnata in una crociera scientifica nell’Oceano Indiano per studire le correnti e ottimizzare la navigazione e il commercio. Il diario di bordo, rintracciato dai curatori del museo, conferma: quel giorno è stato annotato il lancio di una bottiglia in mare, la calligrafia identica a quella del foglietto ritrovato.  La bottiglia presumibilmente è arrivata a terra poco dopo, scaraventata a 50 metri dalla battigia da una imponente mareggiata, e lì è rimasta sepolta a lungo nella sabbia. Nei decenni il tappo di sughero originale si è andato sgretolando, ma nonostante ciò la sabbia ha protetto il fogliettino, conservando traccia anche delle annotazioni e della data.

Per comprendere e tracciare le correnti gli scienziati, da sempre, usano i ‘drifter’: bottiglie o blocchi di legno lasciati alla deriva. La versione più tecnologica ha un GPS che trasmette la posizione; gli altri, ancora oggi, una semplice nota con la preghiera di segnalarne il ritrovamento.

Qui il comunicato, ricco di informazioni, e qui il rapporto completo del Western Australian Museum da cui sono tratte queste fotografie

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